La settimana scorsa mi è arrivata una mail: “ciao! vorrei scrivere la mia storia da pubblicare sul sito.. ma vorrei che non ci fossero nomi sull’articolo… sono convinto che la mia storia sia quella di tanti..che le emozioni, seppur di persone diverse, siano affini in queste situazioni”.
Ed ecco quindi l’articolo. Bellissimo regalo, non solo perchè per noi è il primo racconto scritto da uno del gruppo, ma uno splendido pensiero per tutti noi runners ( e non solo!)
Casa, domenica mattina, ore 5.00. Suona la sveglia per la mia ennesima maratona e come tutte le altre “ennesime” volte il mio primo pensiero e quello della persona che mi sta accanto è immancabilmente “ma perché…”
Il secondo pensiero poi è raggiungere il salone e guardare fuori dalla finestra, uhm, non piove eppure era previsto (perché è sempre previsto che piova)…..il tempo di una veloce sciacquata in bagno e dalla stanza si sente una voce….”piove a dirotto!!!” anche Lei ha effettuato il consueto rito ma con ben altro risultato.
Già Lei, quella persona che in tutte le maratone mi accompagna in questa mia folle idea; che si alza alle 5, mi asseconda e mi accompagna per farmi sentire un Top Runner; mi sta accanto mentre svesto la tuta, mentre mi scaldo, mentre come un attaccapanni Le riverso addosso strati di indumenti a mano a mano che mi preparo per lo start. Lei che comando come un robot, ore 7.30, tieni questo, ore 8.30 io entro aspettami in quel punto che ti lascio le ultime cose, ore 9.00 vado in griglia vieni in quel punto. E Lei, il cui bacio prima di andare in griglia però mi accompagna e per questo litigo immancabilmente con il malcapitato volontario che presidia un varco laterale e che un minuto prima ha respinto pure un vero Top Runner.
Ore 6.20 sul Frecciarossa, colazione (io perchè Lei l’ha fatta alle 5.20 mentre io come un folle giravo per casa in preda all’ansia), chino sul tavolino le mie 3 fette biscottate rigorosamente della stessa marca di sempre e the caldo. Mentre addento la prima non posso non correre con la mente alla “prima volta”: Roma 2014 (pioveva, ovvio) stanza di Hotel ore 5.15 chino sul tavolino con le 3 fette biscottate ed il the caldo; fette biscottate che Lei il giorno prima aveva comprato in un supermercato nella Capitale; marca introvabile, ma non per un runner che deve fare poi altre maratone ed ha bisogno di QUELLA marca, così da quel giorno è sempre una caccia al tesoro.
Milano ore 7.15. Già perché dimenticavo: oggi si corre la MILANO MARATHON. Arrivo al Parco Indro Montanelli sede della partenza. NON PIOVE ma non promette nulla di buono; questa volta complice l’età ne abbiamo (la mia mente da runner ed io) combinata una più bella; abbiamo predisposto una bella lista delle cose da ricordare da prendersi con sé in corsa: cerotti, gel, crema antisfregamento, fazzoletti di carta… ovviamente abbiamo consegnato la preziosa lista , che per il maratoneta diventa vitale, a Lei e Le abbiamo raccomandato: “custodiscila e domani prima di lasciarmi facciamo il check”; praticamente ti sei trasformato da Top Runner a Top Gun.
La novità però di questa maratona è che non sono solo a correre perché da qualche tempo seguo con passione le vicende di NEVERGIVEUPRUNNING (rigorosamente tutto attaccato se cercate sul sito) e della sua anima e coach.
Tuttavia nonostante l’invito non correrò con la loro maglietta; è troppo rischioso combattere anche con la sorte soprattutto in una 42km e 195mt ma so che non correrò solo questa volta.
Il giorno precedente alla gara leggo un post molto gradito scritto dal coach di Never Give Up Running e rivolto a tutti i maratoneti: dice che dobbiamo sentirci pronti e che l’unica nostra fatica oggi sarà di sorridere ed andare a ritirare la medaglia, questa è la gara, perché la maratona l’abbiamo già corsa nei nostri allenamenti; sarà vero penso, lo dovrò ricordare alle mie gambe al 38°km.
Ore 8.45: ecco spuntare da lontano il coach: oggi non può fermarsi scambiare due parole. La MILANO MARATHON non è solo maratona ma anche una gara a staffetta: oggi Never Give Up running esordisce con 2 squadre di staffetta. I due gruppi sono agguerriti per questa manifestazione ed in uno di questi ci sarà il coach per la prima frazione.
Ore 9.15: sono in griglia. A fianco a me Lei che mi osserva in silenzio come sempre e a tutto ciò che tu dici Lei dice “si, va bene”. Poi un episodio che cambierà la mia gara; già perché oggi non ero qui per fare il tempo; mi sono allenato ma non benissimo, ho fatto solo due lunghi un 30 e un 35. Non ho cambiato le scarpe prima della gara come faccio sempre…da giorni due persone, il coach e Lei, mi stanno dicendo che potrei tentare il mio personale….il mio personale???? Ma che dicono questi. Già, che dicono, ma ora sono lì e guarda caso, alla mia sinistra svolazza il palloncino bianco e blu e leggo 3h20’, subito penso “eh magari, il mio personale è 3h26, magari allenandosi meglio, ma oggi è l’ultima (perché non l’ho detto ma quella che sto per fare è sempre l’ultima). Lo guardo svolazzare e mi giro verso di Lei che è alla mia destra dietro la transenna carica del mio zaino e faccio appena in tempo a dire…ma secondo te…che Lei di imperio dice “SEGUI QUEL PALLONCINO E’ IL TUO”. Il dado è tratto avrebbe detto un famoso condottiero.
Ore 9.25: dopo l’inno, il nostro Inno, che prima di ogni maratona risuona solenne e fa salire ulteriormente la già forte emozione, si sciolgono i nastri delle griglie e, moderni gladiatori, si avanza verso la linea di partenza pronti a scatenare la battaglia ed anche la musica sparata dagli altoparlanti sale; caspita se sono avanti questa volta!
La partenza sarà a 200 mt, dietro di me migliaia di persone; in questi ultimi momenti si sente solo il proprio respiro e quello di chi ti sta accanto, da lì ad un istante il colpo di cannone del via e nulla sarà più uguale. Il tempo sul cronometro inizierà a scorrere ma quell’attimo rimarrà congelato nel tuo cuore, ancora una volta; si guarda a terra oppure nel vuoto ed in questo suo girovagare lo sguardo volge improvvisamente a sinistra e dietro le barriere…Il Coach, arrampicato sulle barriere cerca gli amici del gruppo! Giusto il tempo di un solo gesto della mano, il pollice alzato… un lieve cenno del capo… ed un sorriso solo abbozzato, tutto è pronto, anche questa volta.
Ore 9.30 START: colpo di cannone e coriandoli tricolori.
Ore 13.15….sono seduto nello spogliatoio, in silenzio. Sono stanco ma ho la mia medaglia al collo. A fianco a me lo zaino che Lei ha custodito finora dopo avermi applaudito al traguardo. Tiro fuori dallo zaino la maglietta di Never Give Up running: ora sì che è il momento di indossarla, con il sorriso sulle labbra.
È ora anche di cercare il coach per informarlo del risultato, ma sta correndo per seguire le staffettte: ci sentiamo al telefono ma sono troppo confuso per comprendere cosa mi dice.
Ore 20.00: pizzeria vicino a casa. Lei mi guarda e mi dice “questa non è l’ultima…” ed io rispondo “non lo so ma per un po’ basta”…dopo qualche fetta di pizza Lei dice “certo che Valencia….”
Questo il racconto della mia sesta maratona la MILANO MARATHON 2017.
Lo so, ora vi starete chiedendo…..e la gara dov’è? La gara è quella che vi ho raccontato, l’attesa, le paure e le emozioni che precedono il via e che si susseguono dopo l’arrivo: il resto non è altro che un lungo tappeto rosso che percorriamo tra gli applausi della gente e le mani dei bimbi che ci chiedono il “cinque” mentre andiamo a ritirare la nostra medaglia.
Il tempo? 3h24’12.
Inutile dire che avevano ragione loro, Lei ed il coach, ormai lo avete capito non poteva andare diversamente.
E per chi si fosse chiesto chi è Lei…….beh Lei è la moglie del maratoneta.
Grazie.
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