Scrivo dopo un anno, su questo sito, che poi sarebbe un blog travestito da qualcosa di più strutturato.. ma in fondo non lo è mai diventato.
Non sono mai stata bravissima a scrivere ed ho fatto un lungo percorso personale per riuscire a condividere con altre persone quello che provo (e forse questo percorso non finirà mai..), fatto è che sono qui, seduta (direi che è un miracolo visto che con 4 figli è impossibile sedersi persino in bagno!) mentre le mia dita scivolano sulla tastiera del pc, cercando di mettere in fila tutte le cose che ho in testa.
Negli ultimi 2 anni e mezzo (riassumo per chi mi segue da poco) ho fatto davvero tante cose, ma non nella corsa: ho fatto 1 anno di terapie ormonali molto pesanti, ho avuto la terza e il quarto bimbo a poca distanza uno dall’altro con 2 cesarei (purtroppo direi) ed ho scoperto di avere una malattia degenerativa (il lipedema).
Tutto questo mi ha rallentato molto nella corsa e nello sport in generale, ma ho avuto modo di studiare e di scoprire cose nuove, testandole sulla mia pelle:
- Ho imparato a controllare e “lavorare” sulle cicatrici post intervento (perché per chi non lo sapesse, neanche io lo sapevo, qualsiasi cicatrice cambia non solo quello che c’è attorno ma può avere anche ripercussioni in zone profonde e lontane),
- Ho imparato cosa significa riabilitare il pavimento pelvico e la diastasi dei retti dell’addome non solo con la respirazione ma anche con esercizi dinamici,
- Ho imparato come il lipedema possa essere una di quelle malattie invisibili per le persone con cui ne parli, quasi da sentirti a disagio nel raccontare, ma tremendamente pesante per chi ne è affetto. (come altre malattie “invisibili” quali il diabete, l’endometriosi, ecc),
- Ho imparato ad accettare che, alle volte, perdere i kg presi in più non è un percorso così facile ed immediato e che può capitare che la combinazione tra sport e dieta non bastino.
L’aver imparato che ognuno di noi ha un percorso diverso per raggiungere un obiettivo e la voglia e il desiderio costante, tipico di tutte le neo mamme, nel voler tornare fisicamente come prima della gravidanza – quale delle quattro? – mi ha fatto riflettere.
Ovviamente non dobbiamo dimenticare il lavoro; il fatto che “e figl so’ piezz’ ‘e còre”, ma essendo individui con la loro personalità è complicato stargli dietro; le scuole (e le maledette chat!); la casa; la spesa; insomma tutto quello che solitamente si fa in una vita “normale”.
Non nascondo che alle volte c’è la stanchezza, la noia nel dover ripetere sempre gli stessi “rituali” perché solo così dai stabilità e serenità ai bimbi piccoli (ci avete mai pensato?!?), stati fisici e mentali che molto spesso si prendono a cazzotti con la voglia di fare qualcosa per te stessa come correre (nel mio caso), ma poi pensi che per le gambe sarebbe meglio un massaggio, anche se in realtà hai giusto il tempo di fare un workout da 10 min.. se, in quei 5 min (perché alla fine sono diventati 5), non si sveglia nessuno.
Tutto questo condividere (devo essere davvero orgogliosa di me oggi!) non è per sottolineare ancora una volta quanto noi donne siamo multitasking, quanto siamo forti, quanto siamo coraggiose, eccetera, ma al contrario: penso fortemente che, chi non riesce a trovare se stessa, o meglio a ritrovare se stessa, o chi sente di non avere mai trovato se stessa, siano tutte quelle persone (intendo anche gli uomini) che troppo spesso si paragonano a tutte le situazioni o personaggi che oggi si mostrano sui social o a quello che “gli altri” ti fanno credere di essere, dimenticando che tutti noi, e lo ripeto, tutti noi, abbiamo i nostri momenti bui, i nostri sconforti, le nostre paure, le nostre malattie, le nostre insicurezze, i nostri fallimenti, i nostri “cazzi” insomma e che alle volte siamo così sommersi da tutto che non sappiamo da dove ricominciare.
E qui, dato che siamo arrivati alla fine di questo giro di pensieri, dalla presa di coscienza delle nostre debolezze, dalla condivisione sana tra persone che si confrontano senza veli e senza dover dimostrare niente a nessuno, dalla sincerità di ammettere che non siamo perfetti, possiamo ritrovare la nostra strada.
Siamo tutti delle persone fragili davanti a noi stessi, ma allo stesso tempo non possiamo che ammettere che l’Uomo ha dimostrato nei secoli di essere il più forte animale della Terra semplicemente perché è capace di mettersi un obiettivo, ed è capace di modulare questo (o più obiettivi) in base alle sue necessità, capacità e possibilità.
Quindi non mi resta che cercare un obiettivo, tra i tanti, e seguirlo con la stessa caparbietà con cui mi preparavo per le gare: mettendo un piede davanti all’altro con pazienza, alzando lo sguardo da terra per ricordami che davanti c’è il “traguardo” e prendendo un bel respiro prima di rimettermi in gioco ed accettare che quello che verrà è il frutto di quello che sono oggi.
Auguro a tutti voi di fermarvi per un secondo e riflettere su come sia importante scegliere un obiettivo di qualsiasi forma o colore sia, e seguirlo, per poi passare ad un altro e poi un altro ancora, così da rendervi pieni di energia, vitalità e soprattutto tornare a credere in voi stessi e nelle vostre infinite capacità.